Come farsi notare: quando una pista ciclabile si fa bella

6 Gennaio 2025


Lucio Schiavon è uno dei miei illustratori preferiti.

Ha appena finito di dipingere un murales di 30 metri lungo una pista ciclabile.

Il Murales è (ovviamente) molto bello e di impatto. Ma non solo. 

Fa due cose importanti: 

  • Dà visibilità e importanza alla mobilità ciclabile
  • Trasmette un messaggio: chi pedala merita un ambiente di qualità. Ovvero, la città vuole dare valore alle persone in bicicletta.

Rende visibile, dà valore. 

Sono i due aspetti che mi hanno colpito di questo intervento realizzato da Lucio per il Comune di Venezia.

Con lui ho provato a capire i motivi più innovativi di questa azione.

Ciao Lucio, da dove nasce il progetto del murales?

Il murales mi è stato commissionato dal Comune di Venezia. L’obiettivo era rendere più bello e attrattivo un nuovo tratto di pista ciclabile che collega la stazione di Mestre con il campus di via Torino e Venezia.

La richiesta era valorizzare questo luogo, attraverso un tema: celebrare la bicicletta come simbolo per unire Venezia e la terraferma di Mestre e Marghera.

Come hai concepito il murales su una pista ciclabile?

Non mi ero mai cimentato su una cosa simile! 

L’intervento si sviluppa su 30 metri di muro che affiancano un percorso ciclo-pedonale, proprio vicino a un nuovo attraversamento pedonale.

È stato interessante studiare il contesto e utilizzare colori (blu, giallo, arancio) e forme forti, capaci di generare movimento e impatto visivo.

Celebrare la bicicletta: quali motivi hai scelto?

Il murales hai dei movimenti “in progressione” da destra verso sinistra (e viceversa).

I disegni e le forme sono concepiti per essere apprezzati in base alla velocità di chi li osserva, a piedi o in bici (e non da chi passa in auto, sebbene la pista ciclabile sia a bordo strada).

La composizione rappresenta Venezia, Mestre e Marghera, con una varietà di forme colorate che un personaggio-Ciclope trasforma in biciclette.

Quale è stata la sfida?

Abbiamo voluto mettere del bello dove non c’è – colorare una zona che è davvero ancora molto grigia. 

Fino a poco tempo fa, questa era una area molto desolata. Ora sta cambiando, tra la nuova università e il distretto turistico. 

Ma la percezione è di stare ancora in un posto non accogliente: la pista ciclabile e il murales iniziano a renderla più a misura di persona.

Che rapporto hai con la bici? Come si riflette nel tuo lavoro artistico?

Amo la bici. Con la mia Brompton mi piace girare e vivere la dimensione “urbana”. Ecco perché vorrei vedere altri interventi simili proprio in città. 

Sono tanti i posti adatti, anche più frequentati e vissuti di questo dove siamo intervenuti.

Ma alla fine mi interessa di più una sfida come questa: intervenire dove c’è ancora poco contesto, per dare uno sfondo bello e piacevole alla città che si muove.

L’arte può diventare un elemento di trasformazione urbana, non solo estetica ma anche culturale, incentivando l’uso di spazi come la pista ciclabile.

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